Condizionamento infantile come violazione delle età evolutive

Un essere umano appena concepito è un sistema equilibrato. Tuttavia la sopravvivenza e lo sviluppo di un neonato dipendono totalmente dai genitori (sopratutto la madre) che sono l’interfaccia fra il neonato e la realtà. I genitori sono delle divinità a cui è necessario adattarsi e a cui è necessario dare totale fiducia ed affidamento. Inoltre un neonato-bambino ha un suo sistema tutto particolare di interpretazione della realtà: tutto dipende da lui, tutto è a lui ricondotto e tutto è in suo potere. Questo sistema di interpretazione, la dipendenza neurofisiologica alle figure di attaccamento, le aspettative genitoriali ed educazionali e le personali caratteristiche strutturali (epigenetiche e genetiche), in aggiunta a sistemi educativi (familiari prima e sociali ed educazionali poi) producono una serie di traumi. Il sistema reagisce inibendo o amplificando le funzioni fisiche, emotive, cognitive, psicosomatiche e di dinamica comportamentale come meglio ritiene di poter sopravvivere generando una serie di tensioni e di rigidità con lo scopo di nascondersi e difendersi da una realtà che risulta ostile e pericolosa, creando l’armatura caratteriale e che noi definiamo, comunemente, con la parola carattere o personalità. Un carattere è solo la pallida imitazione delle reali possibilità che un sistema aveva all’inizio. È una sovversione della realtà: una maschera che abbiamo costruito al massimo entro i 36 mesi di vita e che, se non facciamo nulla, ci accompagna con le sue dinamiche e per tutta la vita.