Coscienza collettiva dei campi

Il salto da una coscienza individuale ad una coscienza collettiva fino ad una coscienza unitaria, ossia dalla moltitudine all’unità, può essere intuito (l’esempio non è preciso ma solo metaforico) immaginando il momento in cui un “gruppo” di ragazzi o ragazze prende coscienza di essere “una” squadra o come nell’ottocento quando “milioni di persone” hanno preso coscienza di essere cittadini di “una” nazione. La coscienza che prima era ristretta alla singola unità cellulare ora si espande all’intero organismo animale. Nella dimensione spirituale, da millenni questo “campo collettivo di coscienza” tra persone che vivono intorno ad un maestro spirituale o che condividono uno stato di consapevolezza profonda, è stato chiamato sangha o buddhafield, dal sanscrito buddhi, la coscienza risvegliata e dall’inglese field, campo di energia (Osho, 1990). Questo campo è stato compreso e utilizzato nelle grandi scuole spirituali del pianeta, ed è alla base della profonda unione che lega ogni maestro spirituale ai suoi discepoli e questi tra di loro. Il buddhafield è l’energia consapevole del campo che tiene insieme le comunità spirituali, i monasteri, gli ashram, gli eremi di tutte le tradizioni del mondo: la percezione di essere parte di un’anima più grande e collettiva. L’unità di coscienza che caratterizza un sistema unitario è la consapevolezza di ogni suo singolo elemento di essere parte di un insieme più vasto, di un sistema di livello superiore. Gli esempi fatti tuttavia non sono del tutto corretti, in quanto una squadra o una nazione o un monastero non costituiscono ancora “sistemi unitari”: hanno un alto livello di autoorganizzazione e di intelligenza collettiva, ma non hanno “una” consapevolezza di Sé, una coscienza individuale di esistere, in altri termini non esiste “una entità cosciente” che dice “io sono l’Italia”. Ogni nazione è ancora una manifestazione della coscienza collettiva delle persone che la compongono. Sono i sistemi più complessi della riga verde dell’evoluzione umana.